Un altro dirigente bocciato dalla legge. Ma a pagare sono sempre i cittadini.
Con la sentenza n. 2405/2025 del 7 giugno 2025, il Tribunale del Lavoro di Catania ha annullato una sanzione disciplinare inflitta a un docente di una scuola superiore della provincia, sospeso per quattro giorni per non aver utilizzato il registro elettronico imposto dalla dirigenza.
A seguito delle diffide sindacali inviate dalla Gilda degli Insegnanti, rimaste senza riscontro, si è reso necessario il ricorso alle vie giudiziarie. Il docente è stato assistito in giudizio dall’Avv. Carmelo Ferrarotto, legale di fiducia della Gilda.
Il cuore della questione: abuso di potere e violazione delle regole
Secondo il Tribunale, il Dirigente Scolastico ha agito in carenza di potere, violando quanto previsto dalla normativa vigente. La sanzione della sospensione può essere irrogata solo dall’Ufficio per i Procedimenti Disciplinari (UPD), non direttamente dal DS, poiché il Testo Unico della Scuola (D.Lgs. 297/1994) prevede, per i docenti, sanzioni edittali che partono da un mese.
Inoltre, il Giudice ha chiarito che la scelta del software del registro elettronico non può essere un atto unilaterale del dirigente, ma deve passare attraverso:
– il Collegio dei Docenti, per la proposta;
– il Consiglio d’Istituto, per l’approvazione delle modalità;
– la contrattazione integrativa d’istituto, per regolare gli aspetti legati all’organizzazione del lavoro.
Nel caso specifico, nessuno di questi passaggi è stato rispettato. La decisione unilaterale del DS si è tradotta in un abuso che ha costretto il docente a tutelarsi davanti al giudice.
Le conseguenze della sentenza
Il Tribunale ha condannato il Ministero dell’Istruzione e del Merito a:
– Restituire le retribuzioni trattenute;
– Versare i contributi previdenziali e assistenziali;
– Riconoscere il servizio utile ai fini della progressione di carriera;
– Attribuire la Carta del Docente per l’anno scolastico in questione;
– Rimborsare le spese legali sostenute dal docente.
Ma a pagare non è il dirigente, bensì lo Stato
Ancora una volta, non sarà il dirigente responsabile dell’abuso a pagare, ma i contribuenti. La Gilda degli Insegnanti di Catania chiede all’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia di attivare le procedure necessarie per il recupero delle somme indebitamente spese. Questi comportamenti, se non sanzionati, rischiano di diventare prassi.
La legalità come bussola
Questa sentenza conferma ciò che la Gilda afferma da anni: il rispetto delle regole, la centralità degli organi collegiali e la dignità professionale dei docenti sono pilastri irrinunciabili della scuola pubblica.
Continueremo a difendere i colleghi da ogni abuso e ad agire, in tutte le sedi, per far rispettare i principi di legalità, democrazia e buon andamento della Pubblica Amministrazione.